Tra i tanti studenti che recentemente hanno ottenuto il diploma di laurea presso la facoltà di Scienze della Comunicazione di Uninettuno, c’è anche Elena Giovanna Ramò, giocatrice professionista di basket, che milita nel campionato di Serie A2 femminile con il Treviso.
Dopo la proclamazione e i doverosi festeggiamenti, abbiamo intervistato Elena, che ha raccontato con entusiasmo e affetto il proprio percorso con Uninettuno, sottolineando l’importanza dell’università telematica, scelta cruciale per continuare parallelamente la carriera sportiva.
Elena, In questo percorso universitario sei riuscita a gestire al meglio studio e lavoro.
«Esatto, fare entrambe le cose è difficile perché quando pratichi uno sport a livello professionistico la testa è sempre lì e tra gare e allenamenti di tempo ce n’è poco. È però importante studiare perché sappiamo che fare sport a questi livelli non è purtroppo una cosa eterna».
Questo è stato reso possibile grazie alle scelta di Uninettuno
«Sì, scegliere l’università telematica mi ha aiutata molto considerando i tanti spostamenti che faccio ogni settimana. Inizialmente avevo iniziato con un’università pubblica, però ogni volta per arrivare in facoltà erano 40 minuti di autobus e, allenandomi mattina e pomeriggio, era veramente qualcosa di impossibile. Rischiavo di fare due cose fatte male piuttosto che una fatta bene. Così dopo un anno ho capito che stavo perdendo tempo e così mi sono iscritta a Uninettuno».
Arriviamo al giorno della laurea. Eri emozionata come in una partita di basket?
«Forse un pochettino di più, perché ormai alle partite ci sono abbastanza abituata. Il giorno della laurea ero un po’ tesa, ma poi stemperato la tensione sapendo di essere arrivata alla fine di un percorso importante. La proclamazione è stata molto bella, nonostante fossimo in numero ristretto, e subito dopo ancora non mi ero resa conto della situazione. Ero anche indecisa se il ritorno delle lauree in presenza fosse o meno un vantaggio, ma ora posso dire che ne è veramente valsa la pena perché è stata una sensazione bellissima».
Qual è stato l’argomento della tesi?
«Il titolo era ‘La nuova mitologia e la narrazione dell’eroe sportivo’ con riferimento a ‘The Last Dance’, la serie tv su Michael Jordan. Inizialmente ero partita con un’idea diversa quando ho contattato il relatore (il Prof. Gianluca Della Maggiore, docente del corso ‘Visual Srotytelling’), poi però abbiamo scoperto la passione comune per il basket e quindi ci siamo spostati su questo argomento, trovandomi molto bene. A me poi piace molto la parte della narrazione, così abbiamo trovato la giusta via di mezzo tra lo sport e le componenti narrative della storia. È stato un lavoro più multidisciplinare rispetto a quando era partito e l’obiettivo era quello di far notare come al giorno d’oggi gli sportivi siano considerati degli eroi e di conseguenza del modo in cui vengono raccontati, esattamente come venivano descritti un tempo gli eroi nell’antichità, seguendo le stesse forme del racconto».
Ripensando al tuo percorso di studio, quali esami ti sono piaciuti di più?
«Mi sono piaciuti moltissimo gli esami di arte contemporanea e di letteratura. Il primo mi ha davvero fatto nascere una grande passione per l’argomento, mentre il secondo sfondava una porta aperta essendo da sempre un’appassionata di letteratura. Ricordo entrambi come due esami particolarmente belli, non mi aspettavo che mi colpissero così tanto».
Adesso che hai ottenuto il diploma di laurea, cosa vorrai fare “da grande”?
«Attualmente continuo a pensare al basket, nel frattempo sto pensando se continuare a studiare. Non ho ancora il lavoro dei sogni, spero di continuare a lungo con la pallacanestro».
Come sta andando la stagione?
«Con Treviso molto bene. Abbiamo iniziato al meglio il campionato disputando un buon girone d’andata, poi c’è stata qualche battuta d’arresto, ma adesso abbiamo le ultime quattro partite per vincere con costanza ed essere più concrete. Il nostro obiettivo è raggiungere i playoff, siamo nella fase calda».