Pubblicazioni e Attività Congressuali
DA NETTUNO A LIVIUS A MEDNET'U in "IS Informatica e Scuola", Ed. HUGONY, XII, 1, pp.28-31
Autore:
M. A. Garito
Luogo/Data:
Milano, 15/03/2004
Abstract
I servizi di formazione a distanza si evolvono per rispondere ai bisogni della società cognitiva, tenendo conto dello sviluppo delle tecnologie dell’informazione Grazie alle nuove tecnologie, chiunque in qualunque posto, se ha le attrezzature tecnologiche e i materiali adeguati, può costruirsi uno spazio per attuare il proprio processo di formazione e di auto-apprendimento. Musei, centri culturali, Cyber Café, Internet Café, etc., sono i nuovi luoghi dove si distribuisce il sapere diffuso nella città, cioè in locale, ma sono anche nodi di accesso a un sapere globalizzato, cioè mondiale. La comunicazione del sapere, in questa società senza distanze, sta facendo nascere una nuova realtà, che è caratterizzata dal fatto che la quantità d’informazioni disponibili “fuori” fa sì che l’acquisizione di conoscenze e di competenze possa avvenire in maniera significativa anche all’esterno dei luoghi (scuole e università) dell’apprendimento formale. Ognuno può apprendere da coloro che alimentano le reti d’informazioni. Il processo, amplificato dalle tecnologie telematiche, tende a costituire all’interno della società della conoscenza una società pedagogica e a sviluppare un nuovo mercato: quello dei contenuti formativi. Nuovi protagonisti stanno diventando una fetta considerevole del crescente mercato dell’apprendimento. Davanti alla sfida dei processi di internazionalizzazione dell’economia e dei mercati, del processo continuo e progressivo di codificazione, memorizzazione e trasferimento di conoscenze e di funzioni a strutture automatiche e informatiche che espandono e moltiplicano la possibilità di acquisire informazioni e conoscenze e di stabilire interazioni e scambi, i tradizionali sistemi di insegnamento universitario, nelle diverse parti del mondo, evidenziano dei limiti, poiché sono ancora fondati su sistemi rigidi e su modelli didattici poco rispondenti ai bisogni educativi della società della conoscenza. Accanto a un nuovo modello di etica sociale, è diventato necessario far nascere, per l’istruzione e la formazione dei cittadini, nuovi sistemi, nuove politiche pubbliche e anche nuovi modelli organizzativi di università, a livello locale, nazionale e internazionale, che integrino presenza e distanza; se ciò non si realizza, credo si corra il rischio di andare incontro a una progressiva decadenza delle strutture formative tradizionali, a un processo incontrollato che ci porterà verso una società sempre più descolarizzata, in cui saranno le agenzie esterne alle istituzioni di formazione e i produttori di software ad avere il compito di creare per i cittadini di domani le nuove competenze che la nuova società esige. Il problema comune a tutte le università del mondo, quindi, non è più se l’educazione riproduce o no le disuguaglianze sociali, ma come adattarsi meglio a questo sistema e come creare, all’interno di un contesto di economia globalizzata, strumenti che sviluppino processi di insegnamento e apprendimento integrati, perché utilizzano i diversi linguaggi per la comunicazione del sapere, e aperti, perché senza confini e limiti di spazio e di tempo. Sistemi universitari che riescono a sviluppare uno spazio educativo e formativo “intra muros” ed “extra muros”, in modo da offrire agli studenti la possibilità di frequentare l’università sia “faccia a faccia”, sia a distanza. Le politiche educative e formative devono guidare questo processo e ciò deve avvenire aprendo un dialogo permanente tra diverse realtà, perché tutto il mondo è coinvolto nei grandi cambiamenti in atto.